Gianluca Barbera “La truffa come una delle belle arti”

Gianluca Barbera, La truffa come una delle belle arti, Aliberti Compagnia Editoriale

Gianluca Barbera
“La truffa come una delle belle arti”
Aliberti Compagnia Editoriale
www.aliberticompagniaeditoriale.it

Il vero truffatore è una sorta di Don Chisciotte rovesciato: l’ingenioso hidalgo desiderava assolutamente credere vere le favole dei libri di cavalleria; il truffatore fornisce la materia prima a chi cerca qualcosa da credere assolutamente vero. Picaresco, avventuroso, divagante, comico, a modo suo filosofico (di una filosofia illuministica e sorniona, alla Diderot), il romanzo “La truffa come una delle belle arti” di Gianluca Barbera racconta le vicende di una dinastia di truffatori, i catanesi Lopiccolo, dal 1842 a oggi, intrecciandola con le vicende storiche italiane ed europee, ed evocando pian piano un’immagine del mondo come grande coacervo di truffe, d’illusioni, di millantature, di finzioni condivise o fintamente condivise – dalla “sirena delle Galàpagos” del primo capitolo ai titoli derivati dell’ultimo – in nome di un principio elementare: la ricerca della felicità. E, al lettore che voglia farsi abbindolare – perché che cos’è un romanzo, se non un mucchio di bugie? – Barbera ne offre parecchia, di felicità. Giulio Mozzi

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Gianluca Barbera è nato a Reggio Emilia nel 1965 e vive a Siena. Ha compiuto studi giuridici e filosofici. Lavora in ambito editoriale da anni. Ha pubblicato racconti su riviste («Maltese Narrazioni», «Fernandel», «’tina», «Achab»,«succedeoggi») e in antologie (Giovani cosmetici, Sartorio, 2009, a cura di Giulia Belloni). Suoi scritti di attualità e cultura sono apparsi su il «Corriere della Sera» e «il Resto del Carlino». Ha all’attivo diverse pubblicazioni, tra cui il romanzo Finis mundi (Gallucci, 2014) e i saggi Il dittatore utopista (BE, 2011) e Storia di Anna Frank (Rusconi, 2013). Attualmente collabora con le pagine culturali de «il Giornale».

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