Lidia Menapace “Canta il merlo sul frumento”

Lidia Menapace Lidia Menapace Canta il merlo sul frumento Manni Editore

Lidia Menapace
“Canta il merlo sul frumento”
Il romanzo della mia vita
Manni Editori

Aver ripercorso senza rigore, ma addirittura a capriccio il tratto della mia vita fino a qui a me ha fatto pensare quanto sia stata fortunata a nascere quando e dove nacqui, sì da poter partecipare nel corso di una sola vita alla Resistenza, al Sessantotto, alla crisi del capitalismo.

Come un romanzo, l’autobiografia di una partigiana, di una femminista, di una donna coraggiosa protagonista della vita civile e culturale d’Italia

Questo libro è un’autobiografia: Lidia Menapace racconta la sua lunga vita, che ha attraversato il fascismo, la prima e la seconda Repubblica, le stagioni delle lotte operaie e i movimenti studenteschi, il femminismo, le mobilitazioni pacifiste e per l’ambiente.
E’ un romanzo di formazione: è la vicenda di una ragazza che cresce nel ventennio fascista, in una famiglia progressista e laica, e che per spontanea necessità interiore diviene antifascista e partigiana; e per tutta la vita proietterà i suoi modelli etici nell’impegno pubblico culturale e sociale.
E’ un romanzo della storia d’Italia: Lidia Menapace è stata impegnata nei movimenti cattolici progressisti, dirigente della Democrazia Cristiana (prima donna assessora alla Provincia di Bolzano), ha vissuto la diaspora della sinistra DC; docente all’Università Cattolica di Milano, fu allontanata per la sua dichiarazione di marxismo; ha partecipato alla nascita del quotidiano “il manifesto” e vi ha collaborato a lungo; nel 2006 è stata eletta senatrice con Rifondazione Comunista (indicata come presidente della Commissione Difesa, non fu eletta per le sue posizioni pacifiste).

Lidia Brisca Menapace è nata a Novara, il 3 aprile 1924.
La madre è una “ragazza emancipata d’inizio Novecento”, così si autodefiniva, e suo padre un geometra “illuminista senza saperlo”, che portava le figlie bambine a visitare città d’arte. Giovanissima prende parte alla Resistenza partigiana come staffetta, ottenendo il grado di sottotenente che nel Dopoguerra rifiuta, assieme al riconoscimento economico: non ha fatto la guerra come militare e ciò che ha fatto non è monetizzabile.
A soli 21 anni consegue la laurea col massimo dei voti in Letteratura italiana all’Università Cattolica di Milano, e si impegna nei movimenti cattolici, in particolare nella FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), e successivamente nella Democrazia Cristiana.
Nel 1964 si trasferisce a Bolzano, dopo il matrimonio con il medico trentino Nene Menapace, ed è la prima donna eletta nel Consiglio Provinciale di Bolzano e anche la prima donna ad entrare nella Giunta provinciale come assessora alla Sanità, sempre in quella legislatura.
Insegna all’Università Cattolica ma le costano la carriera le sue dichiarazioni di marxismo e la partecipazione alla fondazione del quotidiano “il manifesto” (1969) sul quale scriverà regolarmente fino alla metà degli anni Ottanta.
Nel 2006 è eletta al Senato nelle liste di Rifondazione Comunista.
Poco dopo la nascita del governo Prodi è proposta alla presidenza della Commissione Difesa al Senato, gesto considerato un affronto da alcuni elementi della Casa delle Libertà visto il suo antimilitarismo. A scatenare le polemiche, una sua intervista a Francesco Battistini del “Corriere della Sera”, nella quale descrive come inutilmente costose e inquinanti le Frecce Tricolori. La mattina stessa della pubblicazione dell’intervista, al posto della Menapace viene eletto un altro senatore.
Dall’aprile 2011 entra a far parte del Comitato Nazionale ANPI.

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