Gianni Lovera

INFO COMMENTI
“La stella e l’aquilone”
Gianni Lovera
L’Artistica Editrice

Introduzione alla lettura

“Chi perde ancora tempo a leggere un libro?”

Ricordo che questa domanda, secca e provocatoria, fu posta ad uno scrittore di cui non rammento il nome, alla presentazione del suo volume. Troppe volte nel nostro paese si sente dire che le persone leggono sempre meno, e la poesia, rappresenti il fanalino di coda.

La poesia è una forma d’arte, un insieme di parole misteriose; a volte aulica e ricercatissima, altre quasi scontata nella sua semplicità. Leggendo i versi che compongono la raccolta di Gianni, credo che la poesia possa definire per lui un’amica vera; un’amica con cui si hanno rapporti stretti da tanti anni, si cresce, si condividono

momenti felici e si litiga, ma alla fine sai sempre dove trovarla.
Il titolo, La stella e l’Aquilone, porta il lettore ad un immaginario fiabesco; procedendo nella lettura questo elemento compare certo, ma la radice più forte da cui scaturisce la vena poetica è la vita. I versi di Gianni si immergono a piene mani nella vita, nella realtà quotidiana, raccogiendo ogni granello di immagini, di sensazioni, di gioia ed amarezza. Erroneamente, chi scrive poesie viene definito un sognatore, una persona che staziona sulle nuvole e non ha i piedi per terra, nulla di più falso; è osservatore scrupoloso delle realtà, da coglierne sfumature e cambiamenti con notevole attenzione, capacità spesso dimenticata in questo mondo frenetico.
La poesia di Gianni, è una scrittura semplice, semplice perché i versi, i pensieri, risultano chiari, scorrono come l’acqua alla sorgente, parole comprensibili ad ogni lettore; non si perdono in concetti astrusi e troppo elaborati, in termini complessi.

Quanto scrive è esattamente cosa vuole esprimere, senza una virgola in più.

Significativo come la prima poesia si intitoli La mia fede; la fede ha rappresentato un importante momento di svolta nella sua esi- stenza. Alcuni eventi l’avevano fatta vacillare, poi degli incontri, dei pellegrinaggi, l’hanno “risvegliata” nel suo cuore, una luce potentissima divenuta preziosa ed indispensabile, una compagna di viaggio da non abbandonare mai!

Quasi tutte le composizioni sono brevi, ma cariche di significati; è nato un pensiero, luce, gocce, ride l’anima, la luce nel cuore, quando, figli miei, quel giorno, voglio… poesie scarne di parole, ma che riempiono l’anima; come nella migliore vena ungarettiana, (“m’illumino d’immenso”), esprimono significati molto più di un lungo discorso, tre righe per dire tutto! Questa è una grande capacità di Gianni, come una goccia nel mare, piccola ma fonda- mentale!

Paolo Dompè

IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare