Francesca Diano “La strega bianca”

Francesca Diano Francesca Diano, La strega bianca, Carteggi Letterari

Francesca Diano
“La Strega Bianca”
Una storia irlandese
Carteggi Letterari
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“La strega bianca”, parla di un viaggio in Irlanda alla ricerca di un mistero da scoprire. Di una storia d’amore che appartiene a un’altra vita. Di una donna che è strega e veggente. Della bellezza e della magia dell’isola, della potenza del femminile come agente di trasformazione. Un viaggio nel tempo e nello spazio, doppiato da un viaggio interiore. Attraverso l’incontro con la bellezza di una natura intatta, con la ricchezza di una tradizione di miti e di leggende, con la dimensione magica e fiabesca, Sofia ritrova una parte sconosciuta di sé.
Sofia arriva in Irlanda mentre ancora sta vivendo una storia d’amore tormentata e nebulosa. Si lascia alle spalle un mondo fatto di sofferenza e incomprensioni. Come bagaglio si porta dentro l’amore incondizionato per questa terra e la capacità di “vedere”.
Gli avvenimenti del presente si intrecciano con flash back di un lontano passato, seguendo un percorso a spirale, come parti di un puzzle che deve essere ricomposto.
I moti del cuore sono un’eco dei paesaggi e delle varie voci che alla sua si intrecciano e si sovrappongono. Una storia in cui la dimensione del femminile ha un ruolo centrale. Così come la terra madre che la genera. Ed è in questa isola magica che si rivela il volto guaritore della Grande Dea.
L’Irlanda e i suoi abitanti, i suoi miti e i suoi paesaggi, si fanno mezzo di guarigione e rinascita.
La struttura circolare del racconto si snoda seguendo la visione del tempo propria degli antichi Celti così che la fine della storia è anche il suo inizio.
Ma soprattutto questa è una ricerca delle radici profonde del femminile, della consapevolezza, del potere trasformatore che il principio creatore femminile possiede. E’ un percorso interiore alla ricerca di se stesse che, come ogni percorso interiore, richiede di superare delle prove, di affrontare le ombre, il dolore sepolto per poi rinascere.
Allo stesso tempo il romanzo è costruito in modo da riprodurre il senso del tempo e dello spazio che era proprio degli antichi Celti. Un tempo che non è lineare, ma circolare, e uno spazio “il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo”.
E’ il tempo del Sacro. Dunque la struttura è quella di una sorta di puzzle, in cui tempo e spazio di eventi e luoghi del passato si intrecciano a quelli del presente, di fatto annullando il confine tra visibile e invisibile, tra presente e passato.
E’ questa la sostanza del romanzo, che può leggersi come un romanzo di viaggio, come un viaggio interiore, come un’esperienza iniziatica, come un romanzo di formazione. Tutti questi generi si uniscono a formare una storia in cui è fortemente presente il senso del magico e del sogno che è proprio della cultura irlandese e che emerge dalle leggende, dalle fiabe e dal folklore.

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Francesca Diano è nata a Roma ma vive a Padova. Laureata in Storia dell’Arte, ha vissuto vari anni a Londra e a Cork, in Irlanda, dove ha insegnato all’università. Traduttrice letteraria e consulente editoriale di narrativa, saggistica e poesia dai primi anni Ottanta, sia dall’inglese che dal tedesco, per Cappelli, Fratelli Fabbri, Neri Pozza, Guanda, Crocetti, ha tradotto molti grandi scrittori e poeti americani, irlandesi, angloindiani, alcuni dei quali ha fatto conoscere per la prima volta in Italia. In particolare, nel 1998 ha curato per Neri Pozza, l’edizione italiana delle Fairy Legends (1825) di Thomas Crofton Croker, il pioniere del folklore irlandese, di cui si occupa da molti anni ed è la traduttrice italiana delle opere della scrittrice indiana Anita Nair.
Come scrittrice, nel 2012 ha vinto il 42° Premio Teramo per un racconto inedito. L’unico premio cui abbia mai partecipato. Ha pubblicato la raccolta di racconti Fiabe d’amor crudele, (Padova, Edizioni La Gru, 2013) e un suo racconto è incluso nella raccolta Io sono il Nordest, (Adria, 2016). Una scelta consistente delle sue poesie è pubblicata su numerosi blog letterari e in alcune antologie, tra cui Il rumore delle parole (Roma, 2015), a cura di Giorgio Linguaglossa, che l’ha inclusa anche fra i poeti di spicco nel suo saggio sulla poesia italiana contemporanea, Dopo il Novecento.

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